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Abbinamenti cibo-vino
10 regole base per non sbagliare mai

Azienda Agraria Antico Colle di Andrea Frangiosa

L’abbinamento tra cibo e vino può sembrare un’arte riservata agli esperti, ma in realtà basta conoscere e seguire alcune regole fondamentali per trovare l’intesa giusta tra piatto e calice. Non serve conoscere ogni vitigno o ogni etichetta: con un po’ di buon senso e qualche principio base, chiunque può evitare gli errori più grossolani e godersi un’esperienza gastronomica armoniosa.

Ecco 10 regole semplici per non sbagliare mai – o quasi – quando si abbina vino e cibo.


1. Regola dell’equilibrio: l’uno deve sovrastare l’altro
Il vino e il piatto devono camminare insieme: se uno dei due è troppo intenso, rischia di coprire l’altro. Un piatto delicato vuole un vino leggero; una pietanza ricca e saporita, invece, richiede un vino con più corpo e struttura. Equilibrio è la parola chiave.


2. Vino bianco con pesce? Sì, ma non sempre
Il bianco va bene con molti piatti di pesce, ma non è una regola assoluta. Ad esempio: alcuni pesci grassi, come il tonno o il salmone, o preparazioni con sughi decisi, si abbinano bene anche con vini rosati o rossi leggeri, purché poco tannici.


3. Vino rosso con carne? Sì, ma quale carne?
I rossi strutturati stanno bene con la carne rossa, ma se parliamo di carni bianche o cotture leggere, come un pollo alla griglia, meglio scegliere un rosso giovane, un rosato o un bianco corposo. Il colore della carne non basta: conta anche il tipo di cottura e di condimento.


4. Attenzione ai condimenti e alle salse
Non è solo l’ingrediente principale a fare la differenza: una pasta al pomodoro e una al burro richiedono vini diversi. I piatti con salse grasse o speziate vogliono vini con buona acidità o struttura; quelli semplici si sposano con vini più discreti.


5. Vini aromatici per piatti speziati
Se stai mangiando cucina etnica o speziata, come curry, cucina thailandese o messicana, scegli vini aromatici e profumati, come un Gewürztraminer, un Moscato secco o un Riesling. La dolcezza residua aiuta a bilanciare il piccante.


6. L’abbinamento per contrasto funziona
Un piatto ricco e grasso – pensiamo a un risotto ai formaggi o a un arrosto – può essere alleggerito da un vino fresco e acido, che “pulisce” il palato. L’abbinamento per contrasto è spesso più efficace di quello per somiglianza.


7. Attenzione al dolce: ci vuole un vino più dolce
Una regola d’oro: mai abbinare un vino secco a un dessert. Il dolce “uccide” il vino e lo fa sembrare aspro. Ci vuole, invece, un vino almeno altrettanto dolce rispetto al piatto, o anche di più, come un passito, un moscato o uno spumante dolce.


8. Bollicine? Versatili e sempre benvenute
Gli spumanti, soprattutto quelli secchi come il Metodo Classico, sono estremamente versatili: vanno bene con antipasti, fritture, primi leggeri e perfino con piatti etnici. La freschezza e l’effervescenza li rendono adatti a molte occasioni.


9. Occhio alla temperatura
Anche il miglior abbinamento può essere rovinato da un vino servito male. I bianchi vanno serviti freschi – 8–12°C, come anche i rosati – 10-14°C, i rossi a temperatura ambiente – 14–18°C, gli spumanti ben freddi – 6-8°C. Una bottiglia troppo calda o troppo fredda altera gusto e percezioni, e di conseguenza nuoce all’abbinamento.


10. Fidati del tuo gusto – ma prova anche cose nuove
L’abbinamento perfetto esiste, ma non è scritto nella pietra. Le regole aiutano, ma l’esperienza personale è fondamentale. L’unico modo per affinare il gusto è provare: cambia vino con lo stesso piatto, osserva cosa funziona meglio, segui il tuo palato.


Abbinare cibo e vino non è una scienza esatta, ma con queste semplici regole puoi evitare gli errori più spiacevoli e goderti ogni pasto con maggiore consapevolezza. Perché alla fine, il miglior abbinamento è quello che rende felici sia il piatto che il bicchiere — e soprattutto chi li assapora.

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