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Export vino italiano
La Toscana al secondo posto

Azienda Agraria Antico Colle di Andrea Frangiosa

Nel panorama delle esportazioni vinicole italiane, la Toscana torna a conquistare un posto da protagonista. Secondo i dati ISTAT analizzati da WineNews, nel primo semestre del 2025 la regione toscana si è attestata al secondo posto per valore, subito dopo il Veneto. Questo posizionamento conferma l’importanza strategica del vino toscano nel panorama internazionale e apre spunti interessanti per il rilancio e la valorizzazione del comparto.

Punti chiave per i produttori: cosa fa la differenza
  • Racconta il territorio con uno storytelling coerente e riconoscibile.
  • Investi nel packaging funzionale per export e gifting.
  • Mostra certificazioni e pratiche sostenibili (vendono all'estero).
  • Seleziona partner distributivi per mercato e valuta e-commerce B2B.
  • Allinea prezzo e percezione: crea SKU strategici.
  • Potenzia digitale: schede prodotto multilingua, foto pro e contenuti per buyer.
  • Misura e adatta: dati di vendita e feedback guidano scelte rapide.



Lo scenario nazionale dell’export vinicolo


Nel primo semestre del 2025 l’export del vino italiano ha segnato risultati “in tenuta”:

  • Valore complessivo intorno a 3,8 miliardi di euro, con una leggera flessione rispetto al 2024 (−0,47 %).

  • Il volume esportato ha registrato un calo più marcato: circa −3,1 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

  • Nonostante le difficoltà macroeconomiche (dazi, oscillazioni dei cambi, incertezze geopolitiche), il vino italiano ha tenuto nei mercati esteri, con l’export che continua a rappresentare un pilastro del “made in Italy” enologico.

In questo contesto, le regioni del Veneto, Toscana e Piemonte rappresentano insieme circa 66,6 % dell’export vinicolo nazionale.

(Fonte: WineNews)

Toscana: numeri e “peso” nell’export 2025


In Toscana il valore dell’export nel primo semestre equivale a circa 588 milioni di euro, il che la colloca al secondo posto a livello nazionale con un leggero calo dell’1% rispetto al primo semestre 2024.
Possiamo dire che la Toscana pesa per circa 15,2 % del valore totale delle esportazioni vinicole italiane.
Questi numeri sottolineano che, pur in un contesto sfidante, la Toscana mantiene una performance solida e un ruolo da protagonista tra le regioni vinicole italiane.

I punti di forza del vino toscano


Perché la Toscana riesce a primeggiare nell’export nonostante le difficoltà? Ecco alcuni fattori che contribuiscono:

  1. Eccellenze territoriali
    La regione ha una straordinaria gamma di vini famosi: Chianti, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, Bolgheri, IGT Toscana, Vernaccia di San Gimignano. Questi brand godono di reputazione internazionale e capacità di penetrazione sui mercati esteri.

  2. Qualità + storia + marketing del territorio
    Il terroir toscano è una carta fondamentale: la storia, la cultura enologica, i vigneti storici contribuiscono a dare valore “narrativo” ai vini toscani. Le aziende spesso investono in packaging, storytelling e promozione per essere riconoscibili sui mercati internazionali.

  3. Filiera matura e infrastrutture consolidate
    La Toscana dispone di aziende ben strutturate, consorzi attivi e infrastrutture logistiche consolidate, che agevolano le esportazioni e riducono i costi di internazionalizzazione.

  4. Diversificazione dei mercati di sbocco
    Le cantine toscane guardano non solo all’Europa, ma anche ai mercati extra-UE (USA, Canada, Giappone, Asia), cercando di bilanciare i rischi legati a dazi o fluttuazioni geopolitiche.

Le sfide da superare


Non mancano gli ostacoli, e per mantenere o migliorare la posizione, il vino toscano dovrà affrontarli a cominciare dalla pressione dei dazi USA e politiche commerciali protezionistiche. Le tensioni tariffarie con gli Stati Uniti rappresentano una delle incognite principali per le esportazioni vinicole italiane come riporta anche Federdoc.

Da tenere poi in considerazione i repentini cambi nel tasso euro/dollaro e l'instabilità su altre valute che possono ridurre i margini per i produttori. Paesi emergenti nel vino poi, come Cile, Australia, Sud Africa o Argentina, alzano l’asticella in termini di prezzi, qualità e logistica.

Per questo motivo sarà necessario attuare politiche di adattamento alle tendenze dei consumatori, imparando a conoscere nuovi segmenti di consumo (vini biologici, naturali, a basso contenuto alcolico o sostenibili) che richiedono flessibilità e innovazione nelle produzioni toscane.
Da tenere presente infine anche i costi di produzione e materie prime come
il costo dell’energia, dell’imballaggio, dei trasporti e delle materie prime che risulta in forte pressione, ed è una variabile che può erodere i margini delle aziende export.

Strategie per consolidare il successo


Sicuramente fra le varie leve da attivare in Toscana troviamo gli investimenti in branding territoriale e storytelling: raccontare la storia del vigneto, dell’annata, del territorio può rendere più “riconoscibile” il prodotto sui mercati esteri.
Da tenere poi sotto controllo l'espansione su nuovi mercati emergenti, puntando su Asia, paesi del Golfo e Sudamerica per diversificare i rischi.

Vini biologici, certificazioni Green, pratiche rispettose dell’ambiente sono elementi che attraggono i consumatori internazionali. Per questo sarà sempre più importante adottare pratiche che rispettino l'ambiente e ideare nuovi prodotti.

Fra le buone pratiche da attivare (se già non lo si sta facendo), c'è anche quella di migliorare la logistica e ridurre i costi all’export: accordi con operatori internazionali, hub distributivi e tecnologie di supply chain. In questo contesto è possibile attivare collaborazioni consortili e promozione coordinata così da aggregare risorse tra aziende, consorzi e istituzioni per campagne e fiere internazionali di largo respiro.

L’export vinicolo italiano nel primo semestre 2025 ha mostrato una certa “resistenza” in termini di valore, pur con volumi in flessione. In questo contesto, la Toscana mantiene la sua rilevanza come seconda regione esportatrice, con circa 588 milioni di euro di export e una quota nazionale del 15,2 %.

Questo piazzamento conferma che la qualità toscana continua a essere apprezzata all’estero. Tuttavia, per non restare solo un buon piazzamento su carta, è fondamentale puntare su strategia, innovazione, diversificazione dei mercati e resilienza per affrontare le sfide globali che attendono il comparto vinicolo italiano.

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